Il rapporto famiglie e servizi residenziali





Il sistema di sostegno in Italia poggia le basi su un modello di cura che vede il coinvolgimento diretto delle famiglie e una folta presenza di badanti, a discapito di servizi residenziali o semi residenziali ben strutturati. Ma perché?

Per comprendere e analizzare bene questo dato vanno considerati diversi fattori:

  1. La scarsa capacità e comunicazione del sistema italiano nel dare risposte alla Longevity age;
  2. Un modello culturale basato ancora sul family welfare;
  3. La scarsa diffusione su vaste aree di servizi alternativi ai classici servizi pubblici talvolta inaccessibili e con una burocrazia infinita.

Questi fattori spostano l’asse della cura e dell’assistenza agli anziani verso il carico familiare. Modificare tale impostazione, per chi opera nei servizi, è opera assai ardua in quanto - da una attenta analisi - la maggioranza delle famiglie italiane continuano ad esprimere un rapporto contrario nei confronti del mondo dell’assistenza agli anziani (familiari).


Le strutture residenziali questo lo sanno benissimo e chi opera in esse sa le difficoltà che si incontrano nel confrontarsi e approcciarsi con le famiglie. A differenza delle strutture ospedaliere, l’assistenza in una struttura residenziale non deve essere solo clinica ma anche e soprattutto relazionale: l’anziano non va considerato come un posto letto o una cartella clinica ma va pensato e accolto ad ampio raggio. L’anziano ha un vissuto, è il padre di, il marito di, il nonno di e tanto altro ancora.

Il punto di snodo per invertire la tendenza è proprio questo: non solo la cura e l’attenzione del corpo ma anche dei sentimenti e degli affetti. Si tratta di un’operazione assai difficile ma è l’unica strada percorribile per rafforzare la credibilità e smontare un credo ormai preistorico. Il lavoro quotidiano svolto dagli operatori è il diamante grezzo da modellare: il contatto continuo con la persona anziana non va letto come appartenente alla struttura ma va strutturato in primis intorno al suo mondo di affetti. Da qui parte anche la cura all’accoglienza dei parenti che è fondamentale per guadagnarsi il passaggio di consegne nella cura.

È questa una competenza fondamentale che il personale deve imparare a sviluppare e personalizzare a seconda dell’ospite, perché saper comunicare apertura ed ascolto concorrono anch’essi alla formazione di regole e protocolli.

Autore: Angelo Vitolo